Le vicissitudini mi hanno recentemente messo nella posizione di poter esaminare la famosa “scatola di sigari riportata da un amico da Cuba” 🙂 ; con la scusa di un’eventuale vendita, sono stato chiamato a redigere una perizia.
Ammetto fin da ora che non è stato difficile; i segni rivelatori erano troppi ed in bella vista, ma mi rendo conto che si può non prestare la necessaria attenzione a dettagli o, come spesso succede, non ci si ferma ad osservare. Quale occasione migliore per cercare di fare un pò di chiarezza sull’argomento.
Stiamo parlando di una scatola del, probabilmente, sigaro più contraffatto in assoluto: il Cohiba Esplendidos.
Box da 25, imponente ed elegante, potrebbe sembrare perfetto, ma analizzando ciò che abbiamo tra le mani, possiamo notare tante cosine interessanti.
La prima informazione utile: dove sono stati acquistati i sigari?
Chi ha la fortuna di visitare l’Isola, si trova a fare i conti con autoctoni disposti ad assicurargli di avere una qualche sorella, padre, madre, o parente immaginario che lavora in una fabbrica di tabacco, tentando di certificare in qualche modo l’attendibilità dell’autenticità della scatola di sigari che si apprestano a vendergli.
Solitamente non si tratta d’altro che della storiella da raccontare al turista di turno, in quanto nelle fabbriche adottano un certo rigore nei controlli al personale. Di solito quando il dipendente entra in fabbrica per il turno prende il quantitativo di foglie di tabacco che gli serviranno per la giornata, quantitativo che varia a seconda delle sue abilità personali, le foglie vengono pesate e solo successivamente il torciador inizia a lavorare “per noi”.
A fine turno al prezioso dipendente viene pesato il tabacco avanzato dalla torcida, il quale viene confrontato, secondo un certo rapporto, con i sigari prodotti; i conti devono tornare.
Per quanto ne so, a fine turno gli vengono donati 2 sigari, tra quelli arrotolati.
E’ improbabile immaginare fantomatici imboscamenti vari, soprattutto di scatole intere.
Quindi se la risposta a questa prima domanda è: si, io diffiderei da subito.
La risposta che ho avuto io è la stessa che probabilmente hanno tutti quanti….e cioè che l’acquisto sia avvenuto in fabbrica o al massimo, dietro la fabbrica proprio dove escono i lavoratori…
La seconda informazione utile: qual è il prezzo di acquisto all’origine?
E’ ormai di dominio pubblico l’informazione che a Cuba i sigari costino circa la metà dei nostri listini, forse anche più della metà.
Nel mio caso una scatola di Esplendidos mi è stata proposta a 320€, ben al di sotto della metà del listino italiano (750€). E’ saggio, ma anche lapalissiano, considerare questa cifra al lordo del comprensibile margine del nostro venditore. Da qui ne deriva che era decisamente da escludere un acquisto regolare.
Queste sono tutte logiche conclusioni traibili ancor prima di avere la scatola sotto mano, ed infatti così è stato.
C’è da dire che anche grazie alle contraffazioni sono nate le nostre amate anille, e negli anni sono stati adottati diversi sistemi di certificazione; c’è il certificato d’autenticità di Habanos in carta traslucida dentro le scatole, il sigillo governativo verde, sotto la scarola c’è il marchio di Habanos impresso a fuoco e quindi in bassorilievo, luogo di fabbricazione e data di inscatolamento, ed infine il nuovo ologramma anti contraffazione, sempre di Habanos.
Tutti questi stratagemmi sono tutti riproducibili più o meno fedelmente, a seconda della qualità del falso.
Qualche giorno dopo mi è stato consegnato il box.
All’apertura il primo senso andato in allarme è stato l’olfatto…i principali odori percepiti sono stati si di tabacco, ma anche petrolio e frutta esotica, nello specifico credo potesse assomigliare al profumo delle foglie di banano.
Osservazione della scatola.
Il cuno era assente, il certificato traslucido di Habanos ovviamente c’era e probabilmente quello era originale, l’ologramma mancava, il marchio retro scatola era stampato e non impresso, la fascia del sigillo governativo verde era stampato su normale carta da stampante, il logo di Cohiba interno al coperchio aveva evidenti imperfezioni grafiche e di ritaglio, il logo sulla chiusura aveva dettagli ancor più ridicoli.
Osservazione dei sigari.
Per i sigari c’era stato sicuramente un maggiore impegno nella contraffazione: la colorazione della capa devo dire che era omogenea su tutti gli esemplari, ma le anille dei sigari erano poco curate nei dettagli, sebbene le parti stampate nel color oro fossero in rilievo, i contorni d’inchiostro erano leggermente sbavati. La curiosità mi ha portato a rimuovere la prima fila di sigari, e la restante seconda fila era ancora più arronzata nelle finiture.
La conclusione è che si è trattato di pessimi falsi, ma ad un’occhio inesperto o poco attento sono costati un bel bidone.