PARTAGAS serie D No.4

Torno finalmente a fumare un cubano, dopo essermi accorto di essere, da qualche mese, nel bel mezzo di fumate esclusivamente domenicane.

Questo è per me probabilmente l’articolo più difficile finora.

Avrei potuto scrivere di questo sigaro già una decina di giorni fa, ma non me la sono sentita e ho preferito ripetere la fumata una seconda volta…
Ho scelto di comprarlo spinto dalla sua fama di sigaro fumato dagli intenditori, e non ho resistito nel volerlo provare per misurarmi con una degustazione di indubbia qualità.

L’esemplare si presenta nel migliore dei modi: a crudo ha un aroma che inebria e coinvolge (tabacco umido, cuoio dolce, ammoniaca), fa letteralmente venire l’acquolina in bocca e, almeno per quanto mi riguarda, ho avuto realmente voglia di mangiarlo :). Il primo fumato è stato un tubos e vi assicuro che aprendo quel coperchio…ci si ritrova risvegliati in una nuvola di soddisfazione olfattiva.

Una volta acceso mi sono trovato davanti aromi nuovi e diversi. E’ sicuramente un sigaro di una certa complessità aromatica, ma non sono riuscito a distinguere sentori ben definiti nessuna delle due volte. Con una buona preaccensione ho avuto un buon tiraggio e una combustione che ha necessitato di due o tre correzioni. Il fumo non è particolarmente abbondante.

La cenere è veramente molto compatta, la più compatta finora provata, infatti è caduta solamente una volta a più di metà sigaro, con un netto distacco.

Spero di non cadere nel ridicolo dandogli solo 3 stelle su 5, ma essendo la degustazione anche legata alla soggettività, ritengo due volte sufficienti per farmi un’opinione.

Proverò sicuramente altri Partagas per capirne meglio la filosofia.

Rating: ★★★☆☆