Con ancora l’aroma sulle dita, cerco di tirare le somme di questo sigaro appena fumato.
Avevo in programma di provare un recente acquisto…una chicca di una certa rarità, ma non ho voluto rovinare la fumata a tema dei presenti alla serata.
Lo sapevo che non avrei resistito molto prima di provarlo. Quale occasione migliore se non la cena di natale del Club, cena alla quale sono arrivato giusto in tempo per la fumata.
Inizio col dire che effettivamente si sente il tabacco giovane di questo sigaro, fresco ed effettivamente sono d’accordo con il buon Francesco che consiglia di rifumarlo almeno tra qualche mese.
Sicuramente è un buon sigaro; ha un inizio leggero, ma nel secondo terzo c’è un’ottima evoluzione, marcata e piacevole. L’aroma si arrotonda e guadagna in corposità, dolcezza e forza, l’ultimo terzo tende all’amarognolo. La cenere è estremamente compatta.
Tra i dieci della scatola, mi è capitato sicuramente un’esemplare imperfetto (come a quanto pare è recentemente frequente tra i cubani); ho avuto parecchie difficoltà di combustione ed il tiraggio non è stato sempre regolare.
Effettivamente questo short piramides mi ha colpito negativamente proprio per le caratteristiche meccaniche, troppo altalenanti. Cosa che mi ha molto seccato e ha influenzato l’intera fumata.
C’è anche da dire che gli Hoyo de Monterrey non rispecchiano troppo il mio gusto.
Per farsi un parere ne andrebbero fumati almeno due esemplari di uno stesso sigaro, ma sinceramente la prima impressione, per me, è abbastanza decisiva.
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